Bassa finanza



Franck Partnoy, professore di diritto e finanza all'Università di San Diego, e il premio Pulitzer Jesse Eisinger, famoso per le sue inchieste sulle banche di Wall Street, sono andati a vedere cosa c'è nella pancia della finanza dopo cinque anni di crisi.

Ebbene, il valore dei titoli derivati a livello mondiale è addirittura aumentato attestandosi sulla cifra pazzesca di oltre 600mila miliardi di dollari, circa otto volte il Pil mondiale, cioè l'ammontare di ricchezza reale, prodotta dall'industria, dall'agricoltura e dai servizi, attraverso il lavoro.

Dov'è tutta questa roba di carte che ogni tanto porta al tracollo le banche?

Nei bilanci e nei loro rapporti trimestrali si presume.

Ma non è facile individuarli, specialmente se gli enti di vigilanza non vigilano.

Un membro del Financial accounting standard, l'ente di controllo americano dei criteri contabili, ha dichiarato che "dopo essere stato in quella commissione non mi fido più dei bilanci delle banche".

Intanto "i mercati" dettano legge.

La loro legge che prontamente i governi applicano: tagli agli stipendi e alle pensioni, tagli allo stato sociale perché lo stato è bene che i soldi li dia alle banche, tasse a chi le tasse già le paga.

E gli stati prontamente pompano miliardi in quel sistema che per decenni è stato lasciato libero di fare quello che voleva, mentre fior di economisti ne esaltavano perfino le attività speculative come fattori benefici per l'economia.


Tratto da un articolo di Aldo Bassoni su Nuovo Consumo, marzo 2013

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