"Aboliamo gli scatti di anzianità, chi produce di più va pagato meglio"

Intervista: l'economista Giacomo Vaciago

"La verità è che in Italia conviene essere vecchi: abbiamo retribuzioni che premiano l'età, più capelli bianchi hai, più guadagni.
Abbiamo ancora una struttura salariale che sembra scritta nel Medioevo...".
Il professor Giacomo Vaciago, economista dell'università Cattolica di Milano che fu collaboratore di Romano Prodi, non ha peli sulla lingua e accoglie con attenzione le parole del ministro Fornero.

Il ministro si è accorto che gli italiani sono pagati poco.
Dopo le lacrime e il sangue chieste ai lavoratori dipendenti, non è un pò una beffa?
"L'importante è che dopo la constatazione il governo passi ad azioni conseguenti.
Perchè non solo gli italiani sono pagati poco, ma anche male.
Siamo l'unico paese al mondo dove la curva delle retribuzioni per età è sempre crescente. A prescindere.
Mentre in Inghilterra e in America un lavoratore ha un massimo di stipendio a 50-52 anni, cioè quando è al top della produttività, da noi la paga continua a salire fino alla pensione".

Per forza, ci sono gli scatti di anzianità, che spesso sono il solo modo, contratti nazionali a parte, per vedere crescere il proprio salario...
"E allora diciamolo. Gli scatti biennali di anzianità vanno aboliti.
E non per far risparmiare le aziende.
Con quelle risorse bisogna far sì che i lavoratori guadagnino per quel che valgono, in modo da avvicinarci alla curva anglosassone.
Perchè bisogna pagare la gente per quel che vale..".

Ma la produttività si è ridotta.
Se abolissimo gli scatti non rischieremmo di trovarci con stipendi ancora più bassi?
La toppa peggio del buco.
"Come ha detto Draghi, siamo l'unico paese del mondo progredito nel quale da 15 anni la produttività cala.
E il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto in Italia più che ovunque.
Questo è gravissimo e ci dice che dobbiamo guardare ai paesi dove c'è più crescita, più benessere diffuso e più equità.
Cioè, in Europa, dalla Germania in su. Guardiamo all'esempio di paesi come Svezia e Finlandia e applichiamo le loro ricette per il mercato del lavoro.
Noi abbiamo perso 15 anni tra un centrodestra che ha tradito i suoi valori e un centrosinistra che sperava di realizzare finalmente il passato.
Diamoci una mossa".

E cioè?
" L'ho detto. Le retribuzioni devono essere commisurate alla produttività.
Dobbiamo, grande eresia, arrivare a pagare di più un trentenne di un sessantenne, se il trentenne produce di più.
Mi rendo conto che una cosa così fa rizzare i capelli alla Camusso a Bonanni e Angeletti, ma sarebbe quel che ci vuole.
Invertire parametri rigidi e ormai vecchi, far crescere il Paese premiando chi lo fa crescere.
Come accade in tutti i paesi civili".

A dire il vero la Formero le leggi sul lavoro le vorrebbe cambiare eccome...
"Bene, ma con una avvertenza.
Bisogna cambiare tutti gli articoli dello statuto dei lavoratori meno il diciotto.
Bisogna piuttosto superare la distinzione tra lavoro precario e non.
Dire basta ai contratti atipici, fare un contratto unico a tutti.
E se e quando occorre risolvere il contratto di lavoro, si stabilisca una procedura sulla base della quale il lavoratore possa essere licenziato, ma con le dovute garanzie e compensazioni".


Fonte notizia: La Nazione  mercoledì 21 dicembre 2011

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