L’Italia verso un periodo di stagnazione, cerchiamo di capire cosa sia

Da quando la Banca centrale europea ha deciso, a inizio luglio, di varare a sorpresa una stretta di un quarto di punto per frenare la tanto temuta inflazione, sospinta al rialzo dalla fiammata del greggio e delle materie prime, la congiuntura europea ha perso sempre più slancio fino alla stagnazione, mentre l'inflazione in luglio è salita a un nuovo massimo dalla creazione dell'euro (+ 4,1% annuo).

Qualcuno parla di crisi o di aria del ’29. Qualcun altro di recessione. Di sicuro, tutti i maggiori economisti prevedono “una sostanziale stagnazione per l'economia italiana”, con la crescita del Pil, quest'anno, quasi fermo allo 0: si parla del + 0,1%, rispetto all’1,5% del 2007.

I rincari delle materie prime spingono verso l'alto l'inflazione italiana, che nel 2008 toccherà in media d'anno il 3,4%. Ciò significa, per l’italiano medio, prezzi di benzina e generi di prima necessità più alti, con erosione del potere d'acquisto. Insomma: consumi al palo, con l’economia Italiana in frenata quest'anno e forse, anche il prossimo.

In Europa, la situazione non è migliore e gli indicatori parlano di una contrazione anche nel terzo trimestre, quindi, i rischi di recessione stanno aumentando. Secondo importanti analisti, Spagna e Irlanda, sono già in recessione e la Francia ci sta entrando.

In questo clima di perenne incertezza, si sente più spesso parlare di una stagnazione dell’economia nella seconda parte dell’anno, il che, non essendo io un esperto di economia bensì un formatore motivazionale ed un coach mentale, mi sono armato di buona volontà ed ho fatto una ricerca per capire cosa significasse questa parola.

Ho scoperto che la Stagnazione è una situazione dell'economia capitalistica in cui la produzione o il reddito nazionale non crescono né diminuiscono per lunghi periodi.

Secondo Wikipedia, con stagnazione si intende una situazione economica caratterizzata dal persistere di modeste variazioni del prodotto interno lordo e del reddito procapite.

Si distingue dalla recessione, nella quale per più periodi la produzione complessiva e/o pro capite diminuisce, e dalla stagflazione, nella quale la stagnazione si accompagna ad un'inflazione più elevata di quella compatibile con una crescita molto lenta.

Già in passato, parecchi autori, avevano evidenziato che questo scenario sarebbe potuto essere l'esito dello sviluppo economico dei paesi capitalistici. In particolare, il grande economista inglese David Ricardo (1772-1823) affermava che la causa sarebbe stata l’esaurimento delle risorse naturali.

Anche nel corso degli anni settanta fu di nuovo prospettato da più parti un esito stagnazionista dello sviluppo economico capitalistico collegato all'esaurimento delle materie prime e soprattutto agli effetti negativi dello sviluppo sull'ecosistema globale.

Insomma, siamo in piena crisi anche se, secondo Charles Geisst, professore di Finanza al Manhattan College e storico delle crisi finanziarie, la grande depressione è un’altra cosa. “Il problema della crisi – dice – è dovuto a motivi tradizionali: crisi finanziaria e bancaria e materie prime al rialzo”.

Non ci resta che aspettare e pensare in positivo. Prima o poi, anche questa crisi passerà. E tu? Cosa ne pensi? Cosa faresti per uscire più velocemente dalla crisi? Lascia un commento a questo post.

Giancarlo Fornei

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